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PANDEMIA E CONSUMO DI PLASTICA

1 Ottobre 2021

La pandemia, oltre ad aver causato sia danni economici che psicologici in molte persone, ha causato anche danni ambientali per quanto riguarda il consumo di plastica.

I consumi di confezioni usa e getta e dispositivi di protezione personale sono infatti cresciuti in maniera allarmante nell’ultimo anno, (129 miliardi di mascherine prodotte al mese e 65 miliardi di guanti) oltre a questo per la paura del diffondersi del virus, alcuni Paesi hanno eliminato i divieti di vendita e consumo di plastica monouso.

Il Regno Unito ha sospeso l’addebito obbligatorio per i sacchetti di plastica per le consegne online. Negli USA molti Stati hanno limitato la possibilità di usare sacchetti per la spesa portati da casa, altri hanno reso gratuiti quelli forniti dai negozi. Anche alcune catene di cibo e bevande hanno vietato l’uso di bicchieri e contenitori riutilizzabili e sono temporaneamente passati a quelli usa e getta.

Corepla, il consorzio italiano dedicato alla raccolta della plastica, ha reso noti i dati relativi ai primi mesi del 2020, evidenziando un aumento dell’ 8% di rifiuti plastici.

Da Marzo 2021 nei fiumi, laghi e mari il quantitativo di mascherine supera il miliardo e mezzo, causando seri danni ambientali, aumentando il rischio di microplastiche ingerite dai pesci e conseguentemente finendo sulla nostra tavola.

Oltre alle confezioni monouso per garantire l’ igiene personale sul luogo di lavoro, è cresciuto in modo esponenziale il consumo di packaging per cibo e bevande d’ asporto, la consegna di cibo a domicilio ha registrato un aumento del 56%  e conseguentemente un’ incremento dell’ utilizzo di plastica usa e getta.

Inoltre  l’emergenza sanitaria ha fatto sì che con le fabbriche chiuse si sia ridotta la domanda globale di petrolio, che da una parte sarebbe una buona notizia dal punto di vista ambientale, ma dall’altra ha portato al crollo del prezzo del greggio che ha reso più vantaggioso produrre plastica vergine da risorse fossili piuttosto che utilizzare materiali plastici riciclati, quindi la domanda di materiale plastico riciclato è diminuita e i margini di profitto del riciclo sono scesi.

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Unctad (United nations conference on trade and development) circa il 75% delle materie plastiche prodotto dal coronavirus rischia di finire disperso nell’ ambiente o nelle discariche, con costi economici e ambientali davvero gravosi.

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